DPCM 13 gennaio 2000

Decreto Ministeriale

Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1, comma 4, della legge 12 marzo 1999, n. 68.

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 13 gennaio 2000

Atto di indirizzo e coordinamento in materia di collocamento obbligatorio dei disabili, a norma dell’art. 1, comma 4, della legge 12 marzo 1999, n. 68. (Gazzetta Ufficiale n. 43 del 22-02-2000 )

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Vista la legge 12 marzo 1999, n. 68, recante norme per il diritto
al lavoro dei disabili, che all’art. 1, comma 1, individua come
finalita’ la promozione dell’inserimento e della integrazione
lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso
servizi di sostegno e di collocamento mirato;
Visto in particolare, l’art. 1, comma 4, della citata legge
12 marzo 1999, n. 68, che prevede l’emanazione da parte del
Presidente del Consiglio dei Ministri di un atto di indirizzo e
coordinamento contenente i criteri secondo i quali le commissioni di
cui all’art. 4 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, effettuano
l’accertamento delle condizioni di disabilita’ che danno diritto di
accedere al sistema per l’inserimento lavorativo dei disabili ed i
criteri e le modalita’ per l’effettuazione delle visite sanitarie di
controllo della permanenza dello stato invalidante;
Vista la legge 5 febbraio 1992, n. 104, recante “legge quadro per
l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone
handicappate”;
Vista la legge 15 marzo 1997, n. 59, recante la delega al Governo
per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti
locali, per la riforma della pubblica amministrazione, ed in
particolare l’art. 8;
Visto il decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, recante il
conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in
materia di mercato del lavoro, a norma dell’art. 1 della legge
15 marzo 1997, n. 59;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, come
modificato da ultimo dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229,
recante norme per la razionalizzazione del servizio sanitario
nazionale, a norma dell’art. 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419;
Vista la deliberazione preliminare del Consiglio dei Ministri,
adottata nella riunione del 19 novembre 1999;
Acquisita l’intesa della Conferenza permanente per i rapporti tra
lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,
ai sensi dell’art. 8 della legge 15 marzo 1997, n. 59, nella seduta
del 2 dicembre 1999;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella
riunione del 13 gennaio 2000;
Sulla proposta del Ministro del lavoro e della previdenza sociale e
del Ministro della sanita’;
Decreta:
Art. 1.
Commissione di accertamento
1. L’accertamento delle condizioni di disabilita’, che danno
diritto di accedere al sistema per l’inserimentolavorativo dei
disabili e l’effettuazione delle visite sanitarie di controllo della
permanenza dello stato invalidante, di cui all’art. 1, comma 4, della
legge 12 marzo 1999, n. 68, sono svolti dalle commissioni di cui
all’art. 4, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, secondo i criteri e
le modalita’ di cui all’art. 5 del presente decreto.
2. Fermo restando quanto previsto dall’art. 1, commi 3, 5 e 6 della
legge 12 marzo 1999, n. 68, l’accertamento delle condizioni di
disabilita’ che danno diritto di accedere al sistema per
l’inserimento lavorativo dei disabili, nei confronti dei soggetti di
cui all’art. 1, comma 1, lettere a) e c), della medesima legge n.
68/1999, e’ effettuato, eventualmente anche in piu’ fasi temporali
sequenziali, contestualmente all’accertamento delle minorazioni
civili.
Art. 2.
Attivita’ della commissione
1. L’attivita’ della commissione di cui all’art. 1 e’ finalizzata a
formulare una diagnosi funzionale della persona disabile, volta ad
individuarne la capacita’ globale per il collocamento lavorativo
della persona disabile.
Art. 3.
Criteri di accertamento delle condizioni di disabilita’ e criteri e
modalita’ per l’effettuazione delle visite sanitarie di controllo
della permanenza dello stato invalidante.
1. I criteri di accertamento delle condizioni di disabilita’ che
danno diritto ad accedere al sistema lavorativo dei disabili ed i
criteri e le modalita’ per l’effettuazione delle visite sanitarie di
controllo della permanenza dello stato invalidante si basano sulle
indicazioni di cui al successivo art. 4 e sulla diagnosi funzionale
della persona disabile e portano alla formulazione della relazione
conclusiva da parte della commissione di accertamento.
Art. 4.
Profilo socio-lavorativo della persona disabile
1. La commissione, in raccordo con il comitato tecnico di cui
all’art. 6, comma 2, lettera b), della legge 12 marzo 1999, n. 68,
acquisisce le notizie utili per individuare la posizione della
persona disabile nel suo ambiente, la sua situazione familiare, di
scolarita’ e di lavoro.
2. Ai fini di cui al comma 1, sono presi in considerazione i dati
attinenti alla diagnosi funzionale e al profilo dinamico funzionale,
eventualmente redatti per la persona disabile nel periodo scolare, ai
sensi degli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della
Repubblica 24 febbraio 1994, recante atto di indirizzo e
coordinamento alle regioni e province autonome sui compiti delle
unita’ sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap,
previsto all’art. 12, comma 7, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Art. 5.
Diagnosi funzionale della persona disabile
1. La diagnosi funzionale e’ la descrizione analitica della
compromissione funzionale dello stato psico-fisico e sensoriale della
persona disabile.
2. La diagnosi funzionale si basa sui dati anamnestico-clinici,
sugli elementi di cui al precedente art. 4, nonche’ sulla valutazione
della documentazione medica preesistente.
3. L’accertamento e’ eseguito secondo le indicazioni contenute
nella scheda per la definizione delle capacita’ di cui all’allegato
1, utilizzando le definizioni medico-scientifiche, contenute
nell’allegato 2.
4. L’accertamento delle condizioni di disabilita’ comporta la
definizione collegiale della capacita’ globale attuale e potenziale
della persona disabile e l’indicazione delle conseguenze derivanti
dalle minorazioni, in relazione all’apprendimento, alla vita di
relazione e all’integrazione lavorativa.
Art. 6.
Relazione conclusiva
1. La commissione di accertamento, sulla base delle risultanze
derivanti dalla valutazione globale, formula, entro quattro mesi
dalla data della prima visita, la relazione conclusiva.
2. La commissione di accertamento, nella relazione conclusiva,
formula suggerimenti in ordine ad eventuali forme di sostegno e
strumenti tecnici necessari per l’inserimento o il mantenimento al
lavoro della persona disabile.
Art. 7.
Attivita’ della azienda U.S.L. e del Comitato
tecnico di cui all’art. 6, comma 2, lettera b),
della legge 12 marzo 1999, n. 68).
1. La relazione conclusiva, di cui all’art. 6, comma 1, e’
consegnata in originale agli uffici amministrativi dell’azienda
U.S.L. presso cui e’ istituita la commissione di accertamento,
unitamente a tutta la documentazione acquisita e redatta nel corso
della visita. Tali uffici curano la custodia degli atti. Copia di
tutti gli atti di cui al precedente art. 5 sono trasmessi dalle
aziende sanitarie locali alle commissioni mediche di verifica del
Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica
per l’approvazione o la sospensione degli effetti degli accertamenti
clinico-sanitari, secondo ed entro i termini previsti dal comma 7
dell’art. 1, della legge n. 295 del 15 ottobre 1990.
2. L’azienda U.S.L. invia copia della relazione conclusiva alla
persona disabile e alla commissione provinciale per le politiche del
lavoro, di cui all’art. 6 del decreto legislativo 23 dicembre 1997,
n. 469.
3. Il comitato tecnico informa la commissione di accertamento sul
percorso di inserimento al lavoro della persona disabile, per la
quale siano state formulate le linee progettuali per l’integrazione
lavorativa, anche ai fini delle visite sanitarie di controllo di cui
all’art. 8.
4. Il direttore del distretto di residenza della persona disabile
assicura che nelle risorse per l’integrazione socio-sanitaria di cui
all’art. 3-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502,
come modificato da ultimo dal decreto legislativo 19 giugno 1999, n.
229, siano ricompresi anche gli interventi per le prestazioni di cui
all’art. 6, commi 1 e 2.
Art. 8.
Visite sanitarie di controllo della permanenza dello stato
invalidante
1. La commissione di accertamento, su indicazione del Comitato
tecnico, contenente anche la comunicazione della data di avvio
dell’inserimento lavorativo della persona disabile, effettua visite
sanitarie di controllo per la rispondenza agli obiettivi del
collocamento mirato, aventi per finalita’ la verifica della
permanenza dello stato invalidante e della misura delle capacita’
gia’ accertate nonche’ la validita’ dei servizi di sostegno e di
collocamento mirato, indicati nella relazione conclusiva del primo
accertamento.
2. La visita sanitaria di controllo e’ effettuata secondo i criteri
e con le modalita’ indicati negli articoli 4 e 5 e si conclude con la
formulazione da parte della commissione di accertamento di una nuova
relazione conclusiva certificata. Detta relazione, sulle base delle
risultanze della visita di controllo, modifica, ove necessario, le
indicazioni di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 6 ed indica la nuova
tipologia di collocamento mirato, la forma di sostegno necessarie e
le eventuali ulteriori tipologie di inserimento lavorativo.
3. La frequenza delle visite sanitarie di controllo per ciascun
soggetto disabile e’ stabilita dalla commissione di accertamento
sulla base delle risultanze degli elementi di cui all’art. 4, della
diagnosi funzionale, nonche’ in relazione alle modalita’ del percorso
di inserimento lavorativo, indipendentemente dalla forma giuridica
che lo stesso assume.
4. La chiamata a visita di controllo e’ effettuata con immediatezza
qualora vi sia la specifica richiesta da parte della persona
disabile, ovvero qualora il legale rappresentante dell’azienda o
dell’ente presso i quali la persona sia stata inserita rappresentino
al Comitato tecnico, e per conoscenza alla commissione, l’insorgere
di difficolta’ che pongano in pregiudizio la prosecuzione
dell’integrazione lavorativa.
Il presente decreto, previa registrazione da parte della Corte dei
conti, sara’ pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana.
Roma, 13 gennaio 2000
Il Presidente
del Consiglio dei Ministri
D’Alema
Il Ministro del lavoro
e della previdenza sociale
Salvi
Il Ministro della sanita’
Bindi
Registrato alla Corte dei conti il 14 febbraio 2000
Registro n. 1 Presidenza del Consiglio dei Ministri, foglio n. 79
Allegato 1
SCHEDA PER LA DEFINIZIONE DELLE CAPACITA’
Capacita’ utili per lo svolgimento di attivita’ lavorative
(circoscrivere la definizione piu’ rispondente alle capacita’ della
persona esaminata)
Attivita’ mentali e relazionali:
capacita’ di acquisire cognizioni e di impiegarle adeguatamente
rispetto alle situazioni che si presentano
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di mantenere un comportamento positivo e collaborativo
nelle diverse situazioni relazionali (sul lavoro, in famiglia …)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di affrontare una situazione di disagio causata dal
ritmo lavorativo, dall’ambiente, dall’attivita’ svolta ecc.
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di svolgere un lavoro di squadra
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di svolgere un lavoro autonomamente
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di svolgere un’attivita’, ma con supervisione
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di presentarsi bene e di curare adeguatamente la
propria persona
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Informazione:
capacita’ di comprendere e memorizzare informazioni
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di trasmettere informazioni coerenti e comprensibili a
terzi mediante parola e/o scrittura
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di esprimersi con altre modalita’
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Postura:
capacita’ di mantenere la posizione seduta
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di rimanere in piedi
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di piegare le ginocchia e rimanere sulle ginocchia in
tale posizione
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di piegare completamente le ginocchia e di mantenersi
in equilibrio sui talloni
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di distendersi su una superficie piana orizzontale e di
mantenere tale posizione
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di passare da una posizione del corpo ad un’altra (es.
da seduti a distesi e viceversa, da seduti a in piedi, da in piedi a
distesi ecc.)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di piegare in avanti e/o in basso la schiena e il corpo
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Locomozione:
capacita’ di spostarsi su un piano orizzontale o inclinato
servendosi delle proprie gambe
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di spostarsi su un piano inclinato o su una superficie
non piana (es. una scala)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di spostare qualcosa/qualcuno da un posto ad un altro
per mezzo di un veicolo
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Movimento delle estremita’/funzione degli arti:
capacita’ di muovere e usare gambe e braccia; capacita’ di
afferrare/spostare oggetti pesanti con le mani
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di servirsi delle mani per svariate operazioni che
richiedano precisione
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di muovere o tenere fermi i piedi coscientemente (ad
esempio: la capacita’ di usare una pedaliera
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Attivita’ complesse attivita’ fisica associata a resistenza:
capacita’ di compiere lavori che richiedono sforzi fisici e
capacita’ di sopportare lo sforzo per periodi piu’ o meno lunghi
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di mantenere la posizione in cui ci si trova,
determinata dall’interazione ed efficienza di altre capacita’ (ad es.
capacita’ di ricevere informazioni esterne ed interne alla propria
struttura corporea, capacita’ di posizionarsi nello spazio in modo
adeguato ecc.)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Fattori ambientali:
capacita’ di sopportare condizioni atmosferiche tipiche di una
data regione
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di sopportare la presenza di suoni o rumori costanti
nell’ambiente di vita o di lavoro (eventuale inquinamento acustico)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di sopportare la presenza di vibrazioni
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di sopportare la presenza di illuminazione naturale o
artificiale adeguata
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Situazioni lavorative (organizzazione del lavoro, ad es. in turni di
lavoro):
capacita’ di sopportare la alternanza durante la giornata
lavorativa (eventualmente anche di notte)
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di sopportare il ritmo lavorativo ovvero di mantenere
la velocita’ con cui l’attivita’ lavorativa procede
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di accedere autonomamente al posto di lavoro
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
capacita’ di superare la distanza, di effettuare il tragitto con
mezzi di trasporto dal posto di lavoro all’abitazione e di
raggiungere il posto di lavoro
(assente, minima, media, elevata, potenziale)
Sintesi:
capacita’ migliori – descrizione:
——————————————————————–
——————————————————————–
Potenzialita’ relative a capacita’:
migliorabili ….
mediante ….
tempo prevedibile …. (mesi)
migliorabili ….
mediante ….
tempo prevedibile …. (mesi)
migliorabili ….
mediante ….
tempo prevedibile ….(mesi)
migliorabili ….
mediante ….
tempo prevedibile …. (mesi)
migliorabili ….
mediante ….
tempo prevedibile …. (mesi)
Allegato 2
GLOSSARIO
Capacita’ globale (residua) di cui alla legge n. 104/1992.
Il ricorso al parametro “capacita’ complessiva individuale
residua” esprime da un lato la precisa volonta’ di superare il
ricorso alla stima della “capacita’ lavorativa”; almeno cosi’ deve
intendersi l’abbandono della qualificazione delle capacita’, che
nella indicazione “complessiva” assume una connotazione di
“globalita'” e cioe’ contorni piu’ precisi per la qualificazione
individuale. L’aggettivazione “residua” contenuta nella legge n.
104/1992, non va intesa, secondo le finalita’ della norma stessa, in
termini tali da porre in evidenza solamente le diversita’ negative
della persona considerata.
La capacita’ complessiva di una persona e’ il fondamento della
sua individualita’. Tale “capacita'” espressione positiva di cio’ che
la per e’ effettivamente in grado di estrinsecare, e’ globale,
complessiva, e quindi tale da non poter essere ricondotta solo alla
sfera lavorativa della persona considerata. La capacita’ non puo’
prescindere dal riferimento all’ambiente di vita della persona mi
esame, in quanto cio’ che si e’ chiamati a valutare e’ il “globale”
funzionamento del soggetto, non nel senso astratto di una
“performance” teorica, ma piuttosto inteso come capacita’ di
interagire ed adattarsi alle piu’ diverse circostanze.
Capacita’ lavorativa.
La capacita’ di lavoro e’ la potenzialita’ ad espletare una o
piu’ attivita’ qualora sussistano caratteristiche ben delineate, sia
biologiche, sia attitudinali, sia, ancora, tecnico-professionali.
L’evoluzione tecnologica ha prodotto un inevitabile ridimensionamento
di tutte le attivita’ a prevalente estrinsecazione motoria,
facilmente sostituibili da strutture meccaniche, nonche’ una
moltiplicazione di attivita’ diversificate, “specializzate” nelle
quali prevale sempre piu’ la componente intellettuale.
Conseguentemente sempre di piu’ nel tempo si e’ reso necessario, da
un lato l’approfondimento dello studio valutativo delle conseguenze
delle lesioni, non solo motorie, ma anche viscerali, dall’altro una
sorta di “personalizzazione”, definendo di volta in volta la
riduzione della capacita’ lavorativa in base alle caratteristiche
specifiche della persona esaminata.
Diagnosi funzionale della persona disabile ai fini del collocamento
mirato.
Consiste in una valutazione qualitativa e quantitativa, il piu’
possibile oggettiva e riproducibile, di come la persona “funziona”
per quanto concerne le sue condizioni fisiche, la sua autonomia, il
suo ruolo sociale, le sue condizioni intellettive ed emotive.
Profilo socio-lavorativo della persona disabile.
Consiste nelle notizie ed informazioni utili per individuare la
posizione della persona disabile nel suo ambiente, la sua situazione
familiare, di scolarita’ e di lavoro e vengono utilizzate per la
diagnosi funzionale.
Servizi di sostegno e di collocamento mirato.
Strutture che operano con modalita’ alquanto differenziate, a
seconda delle esigenze del territorio in cui sono insediate.
In genere questi servizi si configurano come gli organi preposti
alla programmazione e gestione delle iniziative finalizzate
all’integrazione di persone svantaggiate, attraverso la
collaborazione con gli uffici periferici del Ministero del lavoro,
con i datori di lavoro, i sindacati, le cooperative, le scuole e la
pubblica amministrazione.
Allo scopo di porsi quale area di “mediazione” si avvalgono delle
seguenti modalita’ di intervento:
rilevazione dei bisogni e progettazione degli interventi;
promozione della collaborazione tra i diversi soggetti
istituzionali, di mercato e di solidarieta’ sociale;
programmazione di progetti di integrazione lavorativa con
gestione diretta o affidata a servizi convenzionati;
valutazione, monitoraggio e verifica delle esperienze
promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione.
Vengono attuati, inoltre, progetti relativi all’orientamento per
valutare, in situazione lavorativa, le potenzialita’ e le attitudini
della persona sul piano della autonomia, della socializzazione e
dell’apprendimento di regole base per un eventuale inserimento
lavorativo – alla formazione in situazione – finalizzata alla
maturazione complessiva della personalita’ e all’acquisizione di
competenze e abilita’, specifiche spendibili nel mercato del lavoro –
la mediazione al collocamento – per favorire il raggiungimento e il
mantenimento di un rapporto di lavoro.
Tali progetti possono prevedere un eventuale sostegno alla
persona anche dopo l’instaurarsi del rapporto lavorativo.

 

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