Sanità – Assistenza Sociale
Piano integrato sociale regionale 2007 – 2010. Regione Toscana
Riportiamo di seguito la parte del Piano dedicata specificamente alla disabilità.
2.3.2.4. Amministratore di sostegno e funzioni di pubblica tutela.
In una realtà in continua evoluzione come la nostra, con sempre maggiori esigenze da parte del singolo di richiedere servizi diversi e personalizzati e di curare in maniera adeguata i propri interessi appare sempre più evidente la necessità di tutelare le persone con una incapacità decisionale autonoma totale o parziale.
Il servizio di pubblica tutela enunciato dall’art. 10 della LR 41/2005 ha lo scopo di consentire ai soggetti deboli di non venire emarginati dalla società e di non rimanere distanti dai servizi di cui abbisognano.
La regione Toscana ha già attivato a tal fine una serie di azioni per sviluppare percorsi formativi necessari a preparare delle figure professionali in grado di assumere funzioni tutoriali totali o parziali con la nuova veste dell’amministratore di sostegno prevista da una recente modifica al codice civile.
Occorre quindi proseguire sulla strada intrapresa e raccordarsi con le altre esperienze presenti sul territorio al fine di qualificare percorsi formativi uniformi finalizzati alla creazione di figure professionali valide e riconosciute su tutto il territorio regionale e a favorire l’implementazione delle conoscenze di altre figure similari che necessitino di un ampliamento della formazione di tipo sociale.
Obiettivi e priorità:
L’obiettivo principale da perseguire nei prossimi quattro anni sarà quello di creare un percorso formativo unico, con un eventuale successivo grado di verifica e/o qualificazione valido per il territorio regionale e condiviso con gli enti locali, territoriali e gli organi dei Tribunali di Tutela, per la creazione di una figura condivisa di Amministratore di Sostegno.
Oltre a questo dovrà essere diffusa una corretta conoscenza di questo strumento sul territorio regionale e verificata l’eventuale esigenza di come implementarla.
Strumenti:
La regione Toscana si avvarrà di una serie di sperimentazioni già in atto per giungere ad un percorso formativo univoco, oltre ad una serie di verifiche tecniche con gli enti locali, territoriali e gli Uffici di Tutela dei Tribunali della regione.
Per la ricognizione delle necessità territoriali, e la diffusione finale del percorso definito, ci avvarremo anche di seminari specialistici e di convegni aperti al pubblico, verifiche con le associazioni ad oggi già impegnate nella tutela e pubblicazione di materiale di diffusione sia cartacea che informatica.
Risorse:
Ci avvarremo delle risorse strumentali e di personale dei nostri uffici e della sinergia con quello tecnico predisposto dagli enti locali, territoriali, dagli Uffici di Tutela dei Tribunali, dagli URP e dal settore informatico regionale. Ove previste ci avvarremo delle risorse finanziarie destinate dal bilancio regionale.
…omissis…
7.7.2. Le politiche per la non autosufficienza
La rete dei servizi territoriali toscani, con riferimento al DPEF e con avvio nel 2008, si arricchirà,
entro il 2010, del “sistema integrato dei servizi sociosanitari verso la persona non
autosufficiente”, impiegando a tal fine un fondo integrato e mirato di risorse che riunifica e
consolida quelle sociali (statali, regionali, comunali) e quelle sanitarie (regionali), incrementate
dalla fiscalità generale.
Gli strumenti della programmazione sociosanitaria toscana definiscono l’impianto del sistema
integrato dei servizi sociosanitari verso la persona non autosufficiente, individuando alcuni
strumenti e azioni fondamentali, che saranno oggetto di successivi atti normativi e gestionali:
_ sottoscrizione di un patto istituzionale E’ un patto pubblico che viene sottoscritto tra Regione
ed Enti Locali; indica la scelta di un rapporto di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali,
nell’ambito delle rispettive competenze, con assunzione di responsabilità e di definizione delle
risorse;
_ riconoscimento del diritto del cittadino alla prestazione sociosanitaria integrata Il fondo
permette il rafforzamento del diritto di cittadinanza rendendo possibile il passaggio dal
riconoscimento del “titolo alla prestazione, a quello del “diritto alla prestazione sociosanitaria
integrata”.
_ definizione dei livelli di risposta assistenziale da assicurare sulla base degli indici di gravità I
L.E.A. conferiscono al sistema dei servizi caratteristica di certezza (prestazione certa ed
esigibile per chiunque si trovi in una determinata condizione di bisogno) e si caratterizzano
come tipologia di offerta commisurata all’indice di gravità del bisogno, nell’ambito delle
risorse rese disponibili;
_ individuazione dei destinatari delle offerte integrate: i destinatari delle offerte integrate
alimentate con il Fondo per la non autosufficienza sono tutte le persone non autosufficienti,
le cui condizioni di bisogno, indipendentemente dall’età e dalla patologia di riferimento,
accertate con modalità multidimensionali che tengono conto di difficoltà organico-funzionali,
cognitivo-comportamentali e socio-relazionali-ambientali, presentano indici di gravità di
fronte ai quali viene attivato il fondo
_ configurazione e articolazione della mappa delle offerte integrate coperte e sostenute dal
fondo: le offerte assistenziali integrate sono articolate in quattro aree tipologiche, sulla base
dei progetti personalizzati che prevedono offerte miste nelle aree della residenzialità, della
semiresidenzialità, della domiciliarità anche attraverso forme di assistenza indiretta e/o
integrativa
_ accertamento per la compartecipazione economica della prestazione socio-sanitaria
integrata: il diritto alla prestazione sociosanitaria integrata, garantita con criterio di
universalità e con l’utilizzo di risorse sanitarie non inferiori a quelle attualmente impiegate e
rivalutabili, considerate sia complessivamente che a livello individuale, potrà essere
accompagnato, per la parte restante, da un livello di compartecipazione disciplinato con la
introduzione dell’ISEE e avuto riguardo alle risorse assegnate dal Fondo per la non
autosufficienza
Il sistema integrato dei servizi sociosanitari distrettuali si avvale del modello integrato di accesso
già disegnato nelle grandi linee dalla del. 402/2004 della GRT intorno ad alcuni strumenti e
requisiti fondamentali:
a) attivazione del PUA (punto unico di accesso distrettuale)
b) valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno
c) i protocolli della continuità assistenziale territorio-ospedale, territorio-medici di medicina
generale, territorio-specialistica
d) quantificazione dei carichi assistenziali e la determinazione degli indici di gravità
e) articolazione dei pacchetti assistenziali
f) quantificazione delle risorse rese disponibili dal Fondo per la non autosufficienza
Il quadro degli impegni nel versante della non autosufficienza prevede e conferma elementi di
coerenza tra gli obiettivi della programmazione precedente ed alcuni obiettivi di sviluppo legati
anche a percorsi di sperimentazione e di validazione in corso (cure domiciliari-modello
assistenziale per le demenze).
Obiettivi di periodo:
breve termine:
– incrementare, in previsione della attivazione del Fondo per la non autosufficienza, gli obiettivi
della estensione dei servizi domiciliari e semiresidenziali;
– completare la programmazione delle offerte “modulari” residenziali in tutte le Zone attraverso un
percorso di concertazione tra i soggetti istituzionali (S.d.S. o Articolazioni zonali delle Conferenze
dei Sindaci) e i gestori;
– concludere entro il 2007 la sperimentazione della Del. 402/2004.
– avviare una breve e limitata sperimentazione sull’ampliamento dell’offerta assistenziale in
previsione del Fondo per la non autosufficienza, da concludersi entro il giugno 2008
– aggiornamento e formazione permanente del personale
medio-lungo termine:
– definizione delle nuove modalità per la valutazione della non autosufficienza
– Programma di formazione sulle nuove modalità valutative a tutti gli operatori dei servizi
– ricerca di criteri e approcci valutativi uniformi di fronte alle aree della disabilità e della non
autosufficienza attraverso gli strumenti concettuali dell’ICF .
Strumenti:
– atto deliberativo della GRT per approvare le nuove modalità ed i nuovi strumenti di valutazione della
non autosufficienza
– linee guida per la gestione del Fondo per la non autosufficienza
– bozza di Patto istituzionale per la costituzione e la gestione del fondo da sottoscrivere da parte di
tutti i soggetti istituzionali coinvolti
– regolamento attuativo per la gestione del Fondo per la non autosufficienza
Risorse:
– risorse sociali e sanitarie ordinariamente destinate alla non autosufficienza
– risorse determinate dalla spesa storica sanitaria e sociale oltre a quelle derivanti dalla nuova fiscalità
aggiuntiva, dal momento della costituzione del Fondo per la non autosufficienza
7.8. Sostegno all’autonomia delle persone con disabilità e la rete dei servizi integrati
Nell’ambito delle finalità complessive per il sostegno della autonomia delle persone con disabilità
Le azioni e le strategie di riferimento sono in continuità con lo specifico Progetto Obiettivo del
PSR 2002/2004. Le azioni devono essere tese a realizzare, sulla base di quanto stabilito dal
Programma di azione del Governo per le politiche della disabilità, i seguenti principi:
_ principio della “non discriminazione”: qualsiasi tipo di diversità, portando con sé specifici
valori, deve essere vista come un patrimonio culturale di cui la società deve essere messa in
condizione di arricchirsi;
_ principio della pari opportunità: solo eliminando l’ostacolo sociale, che impedisce la piena
partecipazione alla vita collettiva, sarà possibile eliminare i limiti imposti dal la disabilità;
_ principio delle maggiori gravità: tutte le azioni dovranno essere strategicamente rivolte a
soddisfare le esigenze delle persone con “gravissime disabilità” e delle famiglie che le
assistono;
_ principio della concreta integrazione: i diritti umani e sociali, compressi dalle situazioni di
disabilità, dovranno essere resi effettivamente esigibili.
Affrontare il tema della disabilità significa avere presente la globalità della persona con diverse
capacità funzionali al fine di valutarne complessivamente le condizioni di bisogno e di impostare
un progetto di intervento che possa migliorarne la qualità della vita.
Le politiche regionali tendono a recuperare una dimensione unitaria delle strategie di intervento
verso la persona con disabilità, assicurando livelli efficaci di governo e di coordinamento
territoriale, e articolando la gamma delle risposte sulla prevalenza delle caratteristiche
riabilitative o socioassistenziali del piano di intervento ( denominato PAP)
Diventa così centrale la distinzione tra progetti di intervento che si prefiggono l’obiettivo di un
recupero tangibile di capacità funzionali, con una logica quindi di riabilitazione, e progetti che
affrontano l’area della cronicità, con logiche e finalità prevalentemente di lungo assistenza
L’orientamento del PISR sugli interventi sociali e sanitari è quello di individuare elementi di
specificità dei singoli percorsi (assistenziale e riabilitativo) ed azioni comuni che qualifichino
l’insieme della rete dei servizi nel settore della disabilità.
Le politiche regionali nei confronti della persona disabile, dovranno potenziare le condizioni per
rendere possibile l’inserimento ed il recupero sociale, perseguendo i principi della nondiscriminazione,
delle pari opportunità e della concreta integrazione sopra citati.
La programmazione unitaria delle aziende unità sanitarie locali e dei comuni e/o delle S.d.S.
(attraverso i Piani Integrati di Salute) con il contributo prezioso e indispensabile dei cittadini con
disabilità, dei familiari, del volontariato, promuoverà interventi per agevolare una piena
integrazione sociale, scolastica, lavorativa e ambientale.
Confermando l’obiettivo di finalizzare gli interventi al raggiungimento della massima autonomia
ed integrazione della persona disabile nel contesto familiare e nella vita sociale, la Giunta si
impegna nell’arco di validità del PISR 2007-2010 a monitorare le seguenti azioni integrate:
– strategie preventive per il mantenimento dell’autonomia e dell’autosufficienza residua
unitamente all’eventuale recupero degli esiti invalidanti
– monitoraggio delle procedure di valutazione da parte dei nuclei distrettuali, dello stato
funzionale delle persone con problemi di disabilità all’interno dei percorsi di presa in carico
integrata (sociale e sanitaria
– orientamento e governo dei percorsi socio riabilitativo assistenziali finalizzati al recupero e
mantenimento del disabile in forme appropriate
– possibilità, per le persone disabili, di accesso ai servizi previsti dal Fondo per la non
autosufficienza
– sostegno alle iniziative per la piena accessibilità degli ambienti pubblici e privati (anche nello
specifico della disabilità sensoriale).
7.8.1. I cittadini con disabilità in età evolutiva
Secondo l’organizzazione dei servizi, attualmente, alla disabilità in età evolutiva sono assicurate
risposte globali ed integrate; che si basano sulla presa in carico dei soggetti da parte delle
competenti strutture territoriali. Per loro è garantito un percorso assistenziale certo e
continuativo a partire dagli interventi di riabilitazione, protesi ed ausili, sostegni scolastici ed
extrascolastici, aiuto personale, tempo libero, gioco e attività motoria e vacanze estive. Ciò non
toglie che vi siano ancora carenze da colmare in modo particolare per quanto riguarda il
rapporto con il sistema scolastico.
Linee di intervento:
– Winiziative finalizzate a sensibilizzare gli attori istituzionali sulla necessità di migliorare e
perfezionare le forme di collaborazione sperimentate negli ultimi anni, valorizzando gli aspetti
positivi emersi durante le varie esperienze attivate sul territorio;
– Winiziative che rendano la scuola punto di riferimento per la condivisione di attrezzature
multimediali e/o specifiche per favorire l’integrazione degli alunni in situazione di disabilità;
– definizione di accordi per forme sperimentali di sostegno scolastico in scuole pubbliche e
private
– definizione di accordi strutturali con i soggetti pubblici e privati che operano nel settore
dell’orientamento e della formazione;
– Wmessa in rete di esperienze di integrazione sperimentali ed innovative;
– Winiziative per la tutela nel campo degli abusi e dei maltrattamenti di minori con disabilità;
– Winiziative volte alla utilizzazione delle attività di sport per tutti, per la riappropriazione delle
capacità personali nel rispetto dei limiti e dalle abilità individuali.
– estensione e potenziamento dei presidi territoriali per favorire l’accesso e la presa in carico
dei minori disabili con particolari gravità associate a patologie progressive
– potenziamento dei centri specialistici che supportino i percorsi assistenziali territoriali:
costituzione e avvio di un primo nucleo specialistico interaziendale per i servizi rivolti alla
persona ipo e non vedente con pluriminorazioni
– orientamenti e indicazioni programmatiche per integrare i percorsi terapeutico-riabilitativi e
quelli socio-assistenziali
Obiettivi di periodo:
breve termine:
– completamento entro il 31/12/2007 delle esperienze avviate sulla domotica e l’attività motoria
– completamento, entro il 31/12/2007 del programma di formazione e di sperimentazione di un
approccio classificatorio uniforme sul tema della disabilità tratto dall’ICF
medio-lungo termine:
– linee guida per la definizione di parametri condivisi per i supporti didattici ed educativi verso
l’alunno disabile
– estensione dei nuclei specialistici interaziendali per ipo e non vedenti in tutte e tre le Aree vaste
del territorio toscano
Strumenti:
– Linee guida sulla domotica e la organizzazione di attività motorie mirate
– Linee guida per la valutazione della disabilità
– Programma regionale per i supporti verso l’alunno disabile
– Linee guida e ipotesi di modelli organizzativi integrati che ridefiniscano il processo assistenziale nella
sua globalità e continuità, ridisegnando le sue caratteristiche fondamentali.
– Programma regionale sulla integrazione dei modelli di accesso e presa in carico del minore disabile
Risorse:
– fondo sociale
– fondo sanitario
7.8.2. I cittadini con disabilità in età adulta
Per le persone portatrici di disabilità in età adulta non si riscontra una sufficiente strutturazione
dei servizi. Occorre riaffermare l’importanza di tutte le azioni tese a contrastare processi di
esclusione o istituzionalizzazione, nonché di tutti gli interventi tesi a rimuovere gli ostacoli di
ordine culturale, strutturale e materiale per il raggiungimento del più alto grado di autonomia,
assicurando la presa in carico unitaria, globale, integrata e flessibile del soggetto con disabilità,
garantendo un percorso d’integrazione.
Il percorso d’integrazione, elaborato attraverso il PAP ed i vari piani individuali di volta in volta
previsti, definisce i sostegni da attivare nelle diverse tappe di integrazione.
Il percorso certo di integrazione si configura come un mezzo per dare sostegno concreto alle
famiglie, per non determinare situazioni di svantaggio per tutti i membri delle stesse e per
ridurre processi di sfiducia e rapporti conflittuali tra servizi e famiglie.
Linee di intervento:
– sperimentare, in ambito zonale, progetti di uscita programmata dalla scuola dell’obbligo che,
valutando le reali possibilità e potenzialità del soggetto ed utilizzando il PEP (Progetto
educativo personalizzato), dovranno definire gli inserimenti successivi (prosecuzione degli
studi, preformazione e formazione professionale, inserimento al lavoro, assistenza socioeducativa-
riabilitativa personalizzata, centro diurno, etc..);
– Wimplementare servizi di aiuto personale anche in forma indiretta;
– sperimentare progetti di Vita indipendente, sulla base delle indicazioni regionali riguardanti la
predisposizione di progetti di vita indipendente, in situazione di autonomia di vita o di
convivenza familiare per persone con disabilità grave,
– favorire opportunità di inserimento e miglioramento dei livelli occupazionali dei lavoratori in
situazione di disabilità, utilizzando gli strumenti già previsti dalla legge e dalla cooperazione
sociale e garantendo il rispetto e la dignità delle persone disabili;
– sperimentare progetti per l’integrazione al lavoro di soggetti svantaggiati considerando che le
persone occupabili necessitano di un intervento propedeutico e graduale all’acquisizione di
competenze lavorative e che una attività di accompagnamento è necessaria anche
successivamente all’assunzione;
– semplificare le procedure di accertamento dell’invalidità civile e della concessione delle
provvidenze economiche;
– introdurre misure che incentivino anche il ruolo attivo del settore non profit;
– sperimentare azioni tese ad assicurare un percorso efficace e snello per il conseguimento
della patente di guida da parte del soggetto con disabilità;
– ricercare modalità innovative per consentire alle persone con disabilità di aumentare la
capacità di mobilità in autonomia.
Obiettivi di periodo:
breve termine:
– completamento sperimentazione per lo sviluppo dei PEP
– condivisione con i soggetti pubblici coinvolti, della semplificazione delle procedure per
l’accertamento della invalidità civile
medio-lungo termine:
– applicazione Legge 80/2006 sull’accertamento unificato della disabilità
– completamento al 31/12/2008 della sperimentazione sulla “vita indipendente”
– ricerca del modello amministrativo giuridico più funzionale per il “dopo di noi”
Strumenti:
– linee guida per la semplificazione delle procedure per l’accertamento dell’invalidità civile
– linee guida regionali per l’accertamento sanitario unificato della disabilità
– linee guida per il modello giuridico amministrativo per la gestione del “dopo di noi”
– linee guida sulla domotica e la organizzazione di attività motorie mirate
– linee guida e ipotesi di modelli organizzativi integrati che siano coerenti con le finalità ed i contenuti
del programma regionale sulla disabilità che ridefiniscano il processo assistenziale nella sua globalità
e continuità, ridisegnando le sue caratteristiche fondamentali.
Risorse:
– sociali e sanitarie
– apporti tecnico scientifici per la predisposizione delle linee guida
7.8.3. Il “Sempre con noi”
L’azione denominata “Dopo di noi” rappresenta un impegno preciso della Regione Toscana che
intende affrontare le preoccupazioni e le angosce di genitori anziani per il futuro dei propri figli
con disabilità. A tal proposito è prevista una specifica linea di intervento nell’ambito del
programma di investimenti che individua finanziamenti espressamente dedicati.
La linea di intervento ed il sistema dei servizi dovranno evolversi nella direzione di produrre
elementi di continuità e di globalità che permettano di realizzare il concetto del “ sempre con
noi”, quale tangibile risposta alla complessità dei problemi che le persone con disabilità vivono.
Linee di intervento:
– istituire comunità alloggio e case famiglia per cittadini con disabilità e senza nucleo familiare
cercando di ricostruire l’atmosfera familiare
– progettare e sperimentare un sistema di vita extra familiare, individuato come idoneo non
solo come risposta ai bisogni assistenziali, ma anche come risposta ai bisogni esistenziali del
singolo soggetto non autosufficiente
– sostenere esperienze di fondazioni di partecipazione costituite da soggetti pubblici e privati
che integrino le risposte territoriali e garantiscano le risorse patrimoniali rese disponibili, nel
rispetto della normativa e degli indirizzi che la regione si impegna ad emanare, con particolar
riferimento alla trasparenza ed alla garanzia dei controlli.
7.8.4. Mobilità e trasporti
Le azioni, gli interventi, i progetti per le politiche per la mobilità ed accessibilità, ricompresi
nell’ambito dei Piani di zona, hanno portato risultati positivi. Ciò incoraggia a promuovere nuove
e concrete azioni per rendere lo spazio costruito, ed i sistemi di trasporto in generale, realmente
vivibili da gran parte dei cittadini.
Misure:
– monitoraggio di progetti specifici di mobilità elaborati dai comuni con più di 80.000 abitanti e
comunque i comuni che ricadono in un’area metropolitana;
– iniziative volte alla verifica delle normative vigenti e della loro attuazione;
– estensione di modalità innovative atte a consentire alle persone con disabilità di muoversi
liberamente sul territorio, già sperimentate positivamente;
– sperimentazione di azioni tese ad assicurare un percorso efficace e snello per il
conseguimento della patente di guida da parte del soggetto con disabilità;
– implementazione del parco macchine multiadattate, utilizzabili non solo per l’effettuazione di
scuola guida ma anche come “macchine di cortesia” sostitutive di autovetture, in
manutenzione o riparazione, di proprietà o possesso del soggetto portatore;
– sperimentazione di azioni tese ad assicurare la disponibilità di vetture multiadattate per uso
turistico.
7.9. Barriere: architettoniche, di comunicazione e sensoriali
L’eliminazione delle barriere architettoniche garantisce la fruibilità in sicurezza degli spazi, dei
servizi, ecc. (nel lavoro e nel tempo libero) con l’obiettivo di una reale autonomia personale di
tutti i cittadini toscani anche favorendo soluzioni per l’autonomia domestica (domotica sociale
diffusa).
Piena applicazione dovrà essere data alla previsione della legislazione regionale sulle barriere
architettoniche, recentemente aggiornata, in particolare per l’adeguamento della normativa
urbanistica ed edilizia locale, l’approvazione dei piani per l’eliminazione delle barriere
architettoniche (PEBA), il coinvolgimento delle Associazioni di tutela delle persone con handicap
più rappresentative operanti sul territorio per la verifica dei risultati degli interventi realizzati.
I finanziamenti volti a contribuire all’eliminazione delle barriere architettoniche di uso pubblico
sono vincolati, come già indicato nell’Accordo di programma “Piano Investimenti nel Settore
Sociale” approvato con DPGR n. 74 del 30 maggio 2006, all’attuazione dei programmi comunali
di intervento per l’eliminazione delle barriere architettoniche (di cui all’art. 9 della L. R. 47/91)
unitamente alle iniziative che i Comuni devono intraprendere (in attuazione dell’art 5 della L. R.
47/91) per l’adeguamento della normativa urbanistica ed edilizia, al fine di garantire la piena
fruibilità degli spazi in ogni edificio oggetto di intervento per il quale è richiesta l’autorizzazione
comunale.
Con l’aggiornamento del PISR ogni anno viene inserita la ripartizione dei finanziamenti relativi
all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni, ai sensi dell’art. 4 c. 2 della
L.R. 47/91 modificata dalla L.R. 66/03 e ai sensi del Regolamento di attuazione emanato in data
3/1/2005 con D.P.G.R. n. 11/R, per le domande presentate nell’anno precedente, per l’importo
appositamente previsto nella legge finanziaria regionale.
L’introduzione di tecnologie applicate alla mobilità e alla fruibilità, sia in ambito pubblico che
privato, parte proprio dagli strumenti informativi e di comunicazione capaci di arrivare a
dialogare con persone colpite da diverse disabilità fisiche, sensoriali e percettive, in merito al
disbrigo degli adempimenti quotidiani in sicurezza e autonomia. Infatti la mancanza di
accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle
fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.
I punti di riferimento sono informazioni ambientali discrete di ogni tipo (visivo, tattile, acustico,
vestibolare, cinestetico, olfattivo) facile da recepire e sempre presenti, in cui il disabile conosce
la posizione e il significato.
Pertanto, particolare attenzione deve essere posta alla comunicatività ambientale, intesa come
strategia progettuale per mitigare i conflitti sensoriali uomo-ambiente (gradualità informativa,
semplicità informativa, percepibilità, convergenza degli effetti, leggibilità del segnale) in
conformità con la normativa vigente, tenendo presente gli indicatori sensoriali (tattili, visivi e
acustici).
La Regione sostiene quelle sperimentazioni, con Enti Locali e Università, volte a individuare
metodologie, tecniche costruttive e creazione di manufatti che in modo strutturale favoriscano la
fruibilità degli spazi ricercando con particolare attenzione le progettualità sovracomunali e
sovrazonali.
Per la piena autonomia individuale dei non vedenti ed ipovedenti la Regione promuoverà azioni
di sensibilizzazione degli operatori pubblici affinché la comunicazione istituzionale diretta alle
famiglie venga realizzata anche in braille o in forma ingrandita, per quelle famiglie ove sia
presente un disabile.
Obiettivi di periodo:
breve termine:
– contrastare la costruzione di nuove barriere architettoniche nelle civili abitazioni;
– soddisfare annualmente le richieste di contributo per l’eliminazione delle barriere architettoniche
nelle civili abitazioni;
– sostenere gli interventi di progettazione e di realizzazione di tecnologie della domotica nelle
abitazioni
– aumentare l’accessibilità, la fruibilità , la sicurezza ed il confort dell’ambiente urbano e più in
generale dello spazio costruito;
medio – lungo termine:
– realizzare la piena applicazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere architettoniche da parte
degli Enti Locali;
– adeguare gli strumenti normativi alle proposte progettuali che derivano dall’innovazione
tecnologica.
Strumenti:
– emanazione di linee guida per la costruzione dei Piani per l’eliminazione delle Barriere
Architettoniche;
– seminari di aggiornamento per il personale tecnico degli uffici tecnici degli Enti Pubblici;
Risorse:
– sociali
– apporti tecnico scientifici per la predisposizione delle linee guida e per i seminari di aggiornamento.
7.10. I servizi per la disabilità visiva
La presenza in Toscana della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi e la Stamperia Braille,
hanno favorito una particolare attenzione verso la disabilità visiva facendo diventare la Regione
Toscana un punto di riferimento nazionale per i servizi a questi disabili.
La crescita della domanda individuale di documenti tradotti in braille e quella che comincia a
provenire da Aziende alla Stamperia Braille (per una immagine etica da usare per finalità
commerciali) richiedono investimenti sulla tecnologia e sulla qualificazione degli operatori
addetti. Tali servizi che hanno comunque una forte valenza sociale, presentano anche una
componente economica che può consentire uno sviluppo autosufficiente delle attività ove si
possa dare maggior autonomia gestionale a tale struttura.
Anche sulla Scuola saranno effettuati investimenti per migliorare la qualità del Cane Guida
considerato come uno straordinario e insostituibile ausilio per la mobilità individuale dei non
vedenti. La funzione nazionale del servizio svolto dalla Regione Toscana dovrà trovare un
riconoscimento in ambito nazionale e da parte delle altre Regioni affinché i requisiti di qualità,
previsti dal disciplinare di formazione interno alla Scuola, diventino uno standard di riferimento anche per le diverse scuole private esistenti sul territorio italiano. La definizione di standard di
addestramento aprirà la strada al riconoscimento del cane-guida come ausilio, permettendo
anche un recupero significativo degli oneri della Scuola, oggi tutti a carico del bilancio regionale.
Il patrimonio culturale e professionale degli operatori della Scuola permetterà anche di allargare
il campo di utilizzazione del cane addestrato ad altre finalità sociali. La Regione promuoverà
sperimentazioni di pet-theraphy con Istituti scientifici ed aziende sanitarie toscane e saranno
sperimentate forme di utilizzazione di cani addestrati per sostegno ed ausilio a persone con
disabilità motoria e per compagnia a persone anziane autosufficienti.
La forte componente gestionale di questa attività come, per la Stamperia Braille, richiederà
l’individuazione di forme gestionali efficienti anche a parziale autofinanziamento.
Il livello di qualità dei servizi erogati consentirà alla Regione Toscana di candidarsi a
collaborazioni internazionali, per la promozione di una cultura di accessibilità e per la creazione
di scuole di addestramento a controllo pubblico.
7.11. Le funzioni in materia di invalidità civile
La legge regionale 31/04, all’art. 4, modifica l’articolo 14 della precedente legge regionale n.
85/98 (Attribuzione agli enti locali e disciplina generale delle funzioni e dei compiti amministrativi
in materia di tutela della salute, servizi sociali, istruzione scolastica, formazione professionale,
beni e attività culturali e spettacolo conferiti alla Regione dal decreto legislativo 31 marzo 1998,
n. 112) e attribuisce le funzioni amministrative trasferite alla Regione ai sensi del decreto
legislativo n. 112/98 e relative alla concessione dei trattamenti economici a favore degli invalidi
civili ai comuni capoluogo di provincia e ai comuni di Viareggio e di Empoli, con riferimento agli
ambiti territoriali di competenza delle relative aziende USL.
Precedentemente all’entrata in vigore della nuova legge le funzioni, attribuite a tutti i comuni,
sono state esercitate in via sperimentale dai comuni capoluogo di provincia e da Empoli e
Viareggio anche per conto degli altri comuni appartenenti al loro ambito territoriale. Per lo
svolgimento di tali funzioni hanno ricevuto dai comuni “deleganti” risorse correlate alle funzioni
svolte.
Ai fini dell’applicazione della legge regionale 31/04, con particolare riferimento alla riduzione dei
tempi di definizione delle pratiche, la Regione stabilisce benefici aggiuntivi da trasferire ai
comuni a cui la stessa legge ha attribuito la competenza in materia. A tal fine trasferisce una
quota delle risorse per il sostegno delle funzioni attribuite agli Enti locali dalla L. R. 41/2005,
direttamente ai comuni capoluogo e ai comuni di Empoli e di Viareggio, titolari delle funzioni
relative alla concessione dei trattamenti economici a favore degli invalidi civili.
…omissis…